Gli elementi più apprezzati di questo sport sono l’assoluto fair play che caratterizza questa disciplina e il clima disteso che si respira dentro e fuori dalla pista. Già, perché ciò che rende questo sport (quasi) unico, è lo “spirit of curling”, l’insieme di regole che il giocatore deve rispettare per un corretto rapporto nei confronti degli avversari, dei compagni di squadra e del gioco.
Il curling è un gioco di abilità e tradizioni. Un tiro ben eseguito è un piacere da vedere così com’è bello vedere le antiche tradizioni del curling applicate nel vero spirito del gioco. I curlers giocano per vincere, ma mai per umiliare i loro avversari. Un vero curler preferisce perdere piuttosto che vincere ingiustamente.
Un buon curler non tenterà di distrarre un avversario o impedirgli in alcun modo di giocare al suo meglio. Nessun curler deliberatamente infrange una regola del gioco, o una qualsiasi delle sue tradizioni. Se accadesse inavvertitamente e ne fosse consapevole, sarebbe il primo a informare l’avversario della violazione.
Mentre l'obiettivo principale del gioco è di mettersi alla prova sfidandosi, lo spirito del gioco richiede sportività, fair play e condotta onorevole. Questo spirito dovrebbe influenzare sia l'interpretazione e l'applicazione delle regole del gioco e anche la condotta di tutti i partecipanti, dentro e fuori dal ghiaccio.
Non stupisce quindi l’assenza di arbitri nello svolgimento di molte gare anche internazionali, giacché non esistono controversie tra i partecipanti. L’unica situazione in cui si richiede l’intervento di uno strumento e di un giudice esterno, è quella in cui non si riesce a stabilire con certezza la stone più vicina al tee (il centro della casa). In un ambiente simile è facile stringere amicizie e riscoprire il senso della partecipazione, molto più che la gioia per la vittoria.
Immagini tratte dal sito del Curling Club Beatenberg