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8th Moray International Bonspiel (SCO)

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ScoziaSiamo partiti in sei per quest’avventura, nel senso che pochi o nessuno dei partecipanti alla trasferta sapeva a che cosa si sarebbe andati incontro.
Il lungo viaggio di andata è iniziato di buon’ora per poi terminare con molti km d’automobile quando già s’era fatto notte.
Prima tappa, per 4 notti: Elgin. Grande paese o piccola cittadina che sia, bella e tipicamente scozzese dal lato architettonico - come d’altronde tutti i paesini e le cittadine visitati.
Eravamo alloggiati in un accogliente B&B a conduzione famigliare e con un’ottima e abbondante colazione. Sussistenza importante per poter dare il meglio nelle 7 partite del torneo.
Il giorno dopo il viaggio, venerdì, siamo stati catapultati nella realtà curlinistica internazionale. Per prima abbiamo incontrato una squadra norvegese, sponsorizzata da una ditta attiva nel campo petrolifero e formata da dipendenti della stessa – ne erano presenti due squadre! NB che in Norvegia pare esserci un campionato nazionale dedicato a squadre aziendali formate da loro impiegati… e quelli da noi affrontati avevano già vinto quel campionato. Abbiamo perso di misura, giocando al loro livello ma subendo una classica casa da troppi sassi. Caso che, ahimè, si è poi ripetuto in altre partite.
Nelle ore e nei due giorni a seguire, col giocare su quel buon ghiaccio, contro avversari un po’ alla nostra portata e un po’ meno, ci siamo distinti per serietà, cordialità, spirit of curling e generosa distribuzione di PIN’s (…). I risultati ottenuti, contro formazioni norvegesi, scozzesi, svedesi, canadesi (donne senior, simpatiche e già campionesse di chissà che campionato) ci hanno permesso di ottenere, e l’abbiamo saputo solo alcuni giorni dopo il rientro a casa (!!!), un discreto piazzamento su 20 squadre. Appunto: durante tutto l’arco dei tre giorni, e pure in sede di premiazione, non siamo riusciti a mettere le mani su una classifica.
Non ci si chieda poi di come era strutturata la griglia della competizione, si sapeva solo della suddivisione in due gruppi da 10 teams e gli orari delle partite. Nulla di più.
Alla luce della classifica finale - che abbiamo poi trovato in internet (!) – pensiamo di aver capito lo svolgimento del torneo: le prime 5 partite dovevano servire per la suddivisione in due “tornei finali”, in cui la domenica si partiva da zero con due partite da disputare. Ecco che con una vittoria, una sconfitta, 7 Ends conquistati e un bilancio di -1 sasso (eh sì, contano anche i sassi subiti), ci siamo trovati nella metà superiore della graduatoria di gruppo. Ai primi tre classificati spettava un bel premio e noi eravamo quinti.
Archiviata l’esperienza sportiva e l’inusuale interpretazione dello spirito of curling (v. l’ultima partita), ci siamo dati al turismo con un ampio giro nel paese del Whisky. Abbiamo visto castelli, fortezze diroccate, lagune e paesaggi incantevoli con una quantità di selvaggina impressionante. Con le migliaia di pecore pascolanti, gli innumerevoli fagiani, cervi, oche, foche e quant’altro, la natura selvaggia ci ha fatto capire l’estensione del mondo e la densità di sfruttamento nel paese in cui viviamo. Là, le impressionanti distese di praterie incolte si distendono per decine e decine di km e non vi s’incontra anima viva.
La seconda tappa ci ha condotti da Elgin, passando per Inverness, Loch Ness e la valle del Loch Cluanie, a Kyleakin sull’isola di Skye. Lì abbiamo pernottato per due giorni in un albergo sul lungomare, luogo di partenza e d’arrivo per il giro dell’isola. Ciò ci ha permesso di visitare la distilleria del Whisky Talisker, il bel castello di Dunvegan con i suoi giardini botanici ben curati e la cittadina (per le nostre dimensioni un paesello) di Portree con il suo incantevole e variopinto porto.
Lasciata l’isola, siamo tornati sulla terra ferma per trasferirci a Edimburgo passando ancora per la tundra artica, alternata a bolle, campagne e villaggi scozzesi. Ovunque si trova un paesaggio e costruzioni ben curati nel senso del mantenimento della tipicità. Non abbiamo trovato nessuna casa “brutta” o diversa da quelle tipiche del posto. Sembra che lì, gli architetti, non hanno spazio di manovra per sbizzarrirsi.
A Edimburgo le ultime notti in terra scozzese, in un confortevolissimo albergo nei pressi dell’aeroporto: punto di partenza per visitare i dintorni, la città, la cittadina di Perth e la costa a nord del Firth of Forth fino a Saint. Andrews, passando anche dal rinomato campo da Golf di Crail – sul corno di terra circondato dal Mare del Nord.
Dal lato culinario abbiamo gustato alcuni prodotti etnici in locali tipici extra europei. Anche la cucina francese non è mancata. Ma soprattutto le colazioni inglesi con uova, bacon, pomodori, patate (potato scone) ecc. le abbiamo apprezzate.
Ciò che però rimarrà indelebile nella memoria è l’esperienza fatta con l’abbinamento di delizie scozzesi (e non) ai vari Whisky. Provare per credere: il Whisky come bevanda accompagnante il pasto e non unicamente come digestivo o semplicemente al bar prima di andare a dormire.
Abbiamo così vissuto una bella esperienza, interessante sia culturalmente che dal lato sportivo.